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La Zunino su Repubblica alla "corte" di Burlando

I politici... quando c'era un Cuore...Dopo il deprimente quadro del giornalismo al servizio del Potere, pronto ad attaccare e colpire i giornalisti con la schiena dritta che seguono le inchieste giudiziarie sul Fronte del Porto, Corruzione e quant'altro a Genova, abbiamo adesso un esempio di quella genuflessione, consapevole o meno, come, purtroppo, tante volte ne abbiamo già visti.
Ava Zunino, della redazione genovese de "la Repubblica", ha moderato il dibattito pubblico "contro il cemento" promosso da Claudio Burlando e Carlo Ruggeri.
In Liguria tutto è possibile... il presidente della Regione ed il suo fedele assessore all'urbanistica (ex coop ed ex sindaco di Savona), Burlando e Ruggeri per l'appunto, fautori della grande stagione del cemento diventano, all'improvviso i paladini della tutela del territorio. Che sia perché non c'è praticamente più spazio dove materialmente si possa costruire non conta, questo non bisogna mica dirlo. Ma qui anche l'assurdo diventa possibile...



La giornalista non deve aver notato il via libera sistematicamente dato dalla Regione, con la Giunta Burlando, alle grandi e piccole speculazioni, che con l'apporto trasversale di tutti i partiti, conflitti di interesse, commistioni varie e le inquietanti infiltrazioni di criminalità finanziaria e mafiosa - come denunciato persino da valenti magistrati della DDA - hanno depredato la Liguria, da Ponente a Levante. La Zunino non ha nemmeno notato una riga di quanto documentato dal libro-inchiesta "Il Partito del Cemento" sulla devastazione del territorio e del mare, con colate di cemento già approvate, alcune già in fase di cantiere altre sulla linea di partenza. Non ha notato nulla, e la sua distrazione diventa distrazione dell'opinione pubblica, volente o meno! Infatti non ha notato nemmeno che, con la Giunta presieduta da Claudio Burlando, il progetto della Marinella spa nello spezzino, ha visto il via libera definitivo alla speculazione con porticciolo e nuove edificazioni connesse alla foce del Magra (900 posti barca, 750 residenze, 200 esercizi commerciali, 25 stabilimenti balneari, 1000 posti letto...). Non lo ha notato ed è un peccato, perché proprio quel progetto vede come protagonista nella Marinella spa, uno degli uomini più fedeli di Claudio Burlando, dell'associazione Maestrale, colui che è stato il responsabile della campagna elettorale di Burlando come Committente Responsabile proprio per le elezioni che lo hanno portato alla guida della Regione. Si, si tratta dell'avvocato Giorgio Giorgi, con ufficio nel grattacielo, ex Telecom acquisito da Coopsette, in Via San Vincenzo nel centro di Genova. La domanda è quindi spontanea: è forse proprio perché non nota tutti questi particolari abnormi come macigni che è stata chiamata al Convegno della Regione delle cementificazioni contro il Cemento? Non è dato saperlo... quello che è certo è che oltre ad essere al Convegno è stata anche la stessa giornalista Ava Zunino che ne ha dato resoconto (certamente imparziale, come prescrive il codice deontologico dell'attento Ordine dei Giornalisti!) sull'edizione odierna de "la Repubblica". Colpisce quindi il fatto che la giornalista che modera il dibattito e scrive del dibattito - che come visto non nota le responsabilità oggettive sulle colate di cemento - è la stessa giornalista che per "la Repubblica" segue i lavori della Regione Liguria e che quindi dovrebbe essere, di questo ente di governo, il primo "cane da guardia". D'altronde "la Repubblica" già sulla grande speculazione pianificata di Boccadasse (quella dove di nuovo sono coinvolti uomini di provata fede diessina come Mario Corica e Bruno Giontoni e vedono in prima fila come "sponsor" istituzionale Marta Vincenzi-Marchese) aveva scelto di definirla come i palazzinari, ovvero un intervento di "riqualificazione". Sul cemento, le contraddizioni in questa regione, continuano ad essere troppe ed eclatanti... ma la verità dei fatti alla fine, ci dispiace per loro, non sarà cancellata o piegata ad alcuna "corte" e nessun tentativo di normalizzazione potrà spegnere quelle tante coscienze che si sono svegliate!

Leggi anche:
Lettera di Marco Preve in merito al nostro articolo con nota dell'Ufficio di Presidenza

 

"Se in America il giornalismo è il cane da guardia del potere, in Italia è il cane da compagnia"
Indro Montanelli


C'è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi.
C'è chi nasconde i fatti perché trovare le notizie costa fatica e si rischia persino di sudare.
C'è chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a campare galleggiando, barcamenandosi, slalomando.
C'è chi nasconde i fatti perché ha paura delle querele, delle cause civili, delle richieste di risarcimento miliardarie, che mettono a rischio lo stipendio e attirano i fulmini dell'editore stufo di pagare gli avvocati per qualche rompicoglioni in redazione.
C'è chi nasconde i fatti perché si sente embedded, fa il tifo per un partito o una coalizione, non vuole disturbare il manovratore.
C'è chi nasconde i fatti perché se no lo attaccano e lui vuole vivere in pace.
C'è chi nasconde i fatti perché altrimenti non lo invitano più in certi salotti, dove s'incontrano sempre leader di destra e leader di sinistra, controllori e controllati, guardie e ladri, puttane e cardinali, prìncipi e rivoluzionari, fascisti ed ex lottatori continui, dove tutti sono amici di tutti ed è meglio non scontentare nessuno.
C'è chi nasconde i fatti perché confonde l'equidistanza con l'equivicinanza.
C'è chi nasconde i fatti perché contraddicono la linea del giornale.
C'è chi nasconde i fatti perché l'editore preferisce così.
C'è chi nasconde i fatti perché aspetta la promozione.
C'è chi nasconde i fatti perché fra poco ci sono le elezioni.
C'è chi nasconde i fatti perché quelli che li raccontano se la passano male.
C'è chi nasconde i fatti perché certe cose non si possono dire.
C'è chi nasconde i fatti perché «hai visto che fine han fatto Biagi e Santoro».
C'è chi nasconde i fatti perché è politicamente scorretto affondare le mani nella melma, si rischia di spettinarsi e di guastarsi l'abbronzatura, molto meglio attenersi al politically correct.
C'è chi nasconde i fatti perché altrimenti diventa inaffidabile e incontrollabile e non lo invitano più in televisione.
C'è chi nasconde i fatti perché fa più fine così: si passa per anticonformisti, si viene citati, si crea il «dibbattito».
C'è chi nasconde i fatti anche a se stesso, perché ha paura di dover cambiare opinione.
C'è chi nasconde i fatti per solidarietà con Giuliano Ferrara, che è molto intelligente e magari poi si sente solo.
C'è chi nasconde i fatti perché i servizi segreti lo pagano apposta.
C'è chi nasconde i fatti anche se non lo pagano, ma magari un giorno pagheranno anche lui.
C'è chi nasconde i fatti perché il coraggio uno non se lo può dare.
C'è chi nasconde i fatti perché nessuno gliel'ha ancora chiesto, ma magari, prima o poi, qualcuno glielo chiede.
C'è chi nasconde i fatti perché così poi qualcuno lo ringrazia.
C'è chi nasconde i fatti perché spesso sono tristi, spiacevoli, urticanti, e non bisogna spaventare troppo la gente che vuole ridere e divertirsi.
C'è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi tolgono la pubblicità al giornale.
C'è chi nasconde i fatti perché se no poi non lo candida più nessuno.
C'è chi nasconde i fatti perché così, poi, magari, ci scappa una consulenza col governo o con la Rai o con la Regione o con il Comune o con la Provincia o con la Camera di commercio o con l'Unione industriali o col sindacato o con la banca dietro l'angolo.
C'è chi nasconde i fatti perché deve tutto a quella persona e non vuole deluderla.
C'è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento.
C'è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi la gente capisce tutto.
C'è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, «c'è gente che pagherebbe per vendersi»

dall'introduzione de "La scomparsa dei fatti" di Marco Travaglio

Tags: maestrale, claudio burlando, regione liguria, cemento, informazione, potere, marta vincenzi, cooperative, speculazioni, la repubblica, carlo ruggeri, bruno giontoni, mario corica, ava zunino, giornalismo, giorgio giorgi, marinella

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