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In Liguria va sempre tutto bene, tra un morto ed un accoltellato

La situazione del centro storico genovese continua a dare segni di assoluta "tranquillità". Ne parlavamo la settimana scorsa con Don Luigi Ciotti, prima dell'incontro su "Diritti e Responsabilità". Ne abbiamo scritto e riscritto, abbiamo pubblicato la mappattura delle segnalazioni che i cittadini hanno fatto agli Uffici preposti, a partire dalla Prefettura (funzionario Pasquale Gioffrè) passando per il Comune con il Sindaco Vincenzi e l'Assessore alla Sicurezza, che parla bene ma poi...


Quel territorio è sotto il controllo di altri! Lì sono le mafie italiane (con, prevalentemente - ma non esclusivamente -, manodopera straniera) che controllano il territorio. Lì hanno il controllo dei bassi, come di molti appartamenti, utilizzati per lo sfruttamento della prostituzione. Lì hanno una collaudata rete di spaccio. Lì ci sono locali che violano le leggi, ignorano provvedimenti dell'Autorità, ma nemmeno la Procura osa toccarli perché si romperebbero gli equilibri.

I responsabili istituzionali tacciono, minimizzano, nascondo la realtà... non osano dire e combattere questa presenza, rispettano quell'equilibrio che lascia gran parte della città vecchia sotto le mani della criminalità in cambio della pax lungo le vie del quadrilatero turistico (ad anche perché poi lì qualcuno il pieno di voti lo fa, proprio come in Valpolcevera, l'altra zona con un pesantissimo radicamento delle famiglie mafiose di Cosa Nostra - riesine e gelesi - e della ‘Ndrangheta - della Piana di Gioia Tauro e della Locride-). Ricordiamo l'omicidio per "delle briciole" a Begato? Un piccolo imprenditore edile, con il figlio, due auto di grossa cilindrata (Porsche e Audi), fugge e viene arrestato a Riesi, dopo aver sparato e ucciso davanti ad un circolo "ricreativo". Qualcuno ricorda? Qualcuno ha fatto verifiche patrimoniali? Qualcuno ha scavato e indagato? Stando alle dichiarazioni della Responsabile Omicidi della Questura di Genova (dott.ssa Bucci) sembra di no... visto che il "caso" lo ha risolto in cinque minuti, classificato come "futili motivi".

Il Comune ad esempio è in possesso di dati che "incrociati" (come si dice in gergo) possono contribuire alle attività investigative sulla rete mafiosa e la "borghesia" che la sostiene e protegge. Ma questi dati se li tiene, non li fornisce... qualche volta adotta provvedimenti amministrativi che lasciano il tempo che trovano in quanto da un lato sono "temporanei" e dall'altro mettono in allerta chi così può spostare i propri traffici altrove.
Persino davanti ad una confisca definitiva dei beni del boss Caci, clan di Madonia - decina dei gelesi attiva a Genova, il Comune - insieme al Demanio ed alla Prefettura - hanno dato un segnale devastante, lasciando qui beni di Vico delle Mele nelle mani del boss, per due anni (e sino alla denuncia pubblica nostra e della stampa).

Il risultato è che quando qualcuno decide che i controlli si fanno (e non si telefonano!) finisce accoltellato. E' questo che è successo oggi, nella zona della Maddalena, il regno dei Caci, Canfarotta e Fiumanò. Una coltellata all'addome, tanto perché così il segnale è stato dato, in un modo o nell'altro... "qui è cosa nostra... non osate contrastarci".

Invece nel ponente vi è un morto, probabilmente ammazzato. Un architetto di Sanremo, Claudio Gibello, che aveva ricevuto minacce di morte, denunciate al locale comando dei Carabinieri, è stato trovato morto impiccato. La moglie, architetto che lavorava con il marito nello stesso studio, ha chiesto verità perchè suo marito non aveva dato alcun cenno di depressione.

Qui siamo nel regno di Scajola. Quel territorio dove le mafie hanno messo da tempo radici profonde; dove la ‘ndrangheta ha sua cabina di regia che coordina i locali presenti in Liguria, in tutte le province, oltre, naturalmente nel capoluogo di regione. Siamo in quel ponente dove le cementificazioni avanzano a ritmo trionfante, tra società in odore di mafia e investimenti del "furbetto" Fiorani...

Nel passato altri architetti avevano rifiutato di fare progetti "truccati", con volumetrie fasulle, e sono stati pesantemente minacciati. Hanno fatto denuncia, ma mentre le Procure ligure guardavano il panorama, l'unica che ha portato avanti con decisione il lavoro è quella di Milano.
Anche di questo avevamo già parlato... di questo si parla anche "Il Partito del Cemento"... ma anche qui, quanti hanno responsabilità pubbliche tacciono, mantengono fede alla pax.

D'altronde in questo territorio stretto tra mare e monti, sempre più coperti di cemento "riciclato", dove la massoneria è anello di congiunzione di quella contiguità e connivenza tra potere legale e potere criminale (mafioso e finanziario), tutto deve sempre apparire tranquillo. Ai morti ammazzati sono sempre stati più usali i morti per "incidente"... danno meno nell'occhio e non mobilitano le coscienze, ma i segnali li lanciano ugualmente. Ed anche di questo avevamo già parlato, ma sembra che tutto si debba, sempre, ancora e purtroppo, ripetere... prima che i cittadini si sveglino! La cultura sempre più diffusa è quella dell'omertà e questo aiuta soltanto il perpetuarsi di questo sistema, della "cupola" di un potere colluso e compromesso.

Facciamo crescere gli anticorpi, colpire ed estirpare il marcio è possibile, basta volerlo... rinunciando, certo, in alcuni casi, a posti di lavoro elargiti come concessioni, alle raccomandazioni ed al guadagno facile. Se non invertiamo ora la rotta, quella cultura omertosa sarà, ogni giorno, sempre più difficile da estirpare, nonostante vi siano reparti investigativi preparati e decisi. L'omertà, non è solo indifferenza, ma complicità, accettazione passiva di una cultura di morte... essere cittadini, significa rivendicare i propri diritti, non supplicarli o accettarli come concessioni... ma significa anche essere "responsabili" e quindi fare la propria parte, non voltandosi mai dall'altra parte davanti ad un ingiustizia o un delitto!

 

Tags: 'ndrangheta, Liguria, contiguità, negazionismo, politiche, terra di mafia, istituzionali, economiche, sociali

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