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21. La storia "segreta" del "ciclone Teardo"

I PERSONAGGI MESSI IN VETRINA DALLA PENNA DI DEL GAUDIO
Tre libri scritti dall'ex giudice di "mani pulite" di Savona. Racchiudono testimonianze ormai dimenticate. C'è chi è morto e chi è sempre in auge. Storie di coerenza ed incoerenza, di tradimenti, di solidarietà. Molti brani di quei libri raccontano verità ed episodi  da far riflettere.  Le minacce, gli avvertimenti, le lodi. Del Gaudio parla dei suoi rapporti con Natta (Pci), di Varaldo (Dc), di Granero, Petrella e... Ricorda gli avvocati e soprattutto l'eccezionale squadra di ottimi collaboratori senza i quali ....
Savona - Ventiduesima puntata interamente dedicata alla testimonianza di Michele Del Gaudio  (classe 1952, nato a Torre Annunziata) ricavata da tre libri di cui è stato l'autore. Il primo, La toga strappata (con prefazione di Raffaele Bertoni) finito di stampare nel giugno 1992.
In copertina la scritta "L'emarginazione di un giovane magistrato dopo la scoperta  del primo grande intreccio di politici corrotti e tangenti". Il secondo (gennaio 1994) dal titolo "Il giudice di Berlino", con prefazione di Antonino Caponnetto. Il terzo (dicembre 1996), dal titolo "Due anni nel Palazzo" e prefazione di Franco Astengo.
Molti giovani non hanno avuto la possibilità di leggerli, di documentarsi su un periodo che ha "fatto storia". Inoltre, c'è una tendenza sempre più diffusa di non far tesoro di esperienze passate.

L'Italia ha avuto la "Liberazione", ma c'è chi vorrebbe dimenticare. La Liguria, Savona hanno avuto gli "anni di Teardo", rinvangare non serve, sapere cosa accadde è utile per non fare di ogni erba un fascio. Ad ognuno il suo. Meriti e demeriti. Nella cattiva e nella buona sorte.

Ecco perchè "Trucioli Savonesi" vuole offrire ai lettori, l'album della memoria, senza filtri o interpretazioni, ma attraverso il racconto, oggi storico, di un protagonista diretto, quel giudice che firmò ordini di cattura, sentenze, perquisizioni.... Una ricostruzione con i personaggi più conosciuti e più "coinvolti", con ruoli e compiti diversi, nel "ciclone Teardo". La penna, all'epoca, è quella di Del Gaudio testimone e scrittore. Riportiamo, dopo il nome ed il trattino, i passi più salienti scritti da Del Gaudio nei suoi tre libri.

Camillo Arcuri (giornalista già inviato speciale a Il Giorno e poi capo redattore al Secolo XIX di Genova) - Ho parlato con Camillo Arcuri, verrà alla presentazione  del libro (Il Giudice di Berlino) che organizzerà il Circolo Calamandrei.

Renzo Bailini (giornalista pubblicista, già corrispondente de Il Lavoro, firmatario dell'esposto che diede avvio all'inchiesta su Teardo e soci) - Bailini, un ex massone ed ex socialista di 30 anni che vive a Borghetto S. Spirito...invia una lettera a Pertini...da sempre nume tutelare dei socialisti della Riviera di Ponente. Bailini gli scrive: <Caro Presidente, in Liguria c'è gente che fa affari sotto il simbolo del Psi, e giù una sfilza di nomi, di indirizzi, di cariche. Il 17 ottobre, siamo nel 1981, scrive al procuratore capo di Savona, Camillo Boccia....il suo esposto viene smarrito. Peccato. Contiene i nomi di Teardo, di Leo Capello, presidente del Savona Calcio e di altri socialisti. Nell'esposto Bailini scriveva "Sono a sua completa disposizione per fornirle le prove di quanto affermo."  Dieci giorni dopo il nostro Maigret ritorna alla carica. Fotocopia l'esposto andato smarrito e lo invia, per raccomandata con ricevuta di ritorno al sostituto procuratore Maffeo che lo passa al suo capo Boccia....che non chiama Bailini, non apre le indagini, ma chiede a Leo Capello di fare una capatina nel suo ufficio per sapere come sono arrivate alcune decine di milioni al Savona Calcio...Capello non sembra aver problemi a spiegare l'origine del finanziamento, il procuratore Boccia gli crede sulla parola e decide l'archiviazione dell'esposto.

E' il 4 novembre  1981. Il giudice Del Gaudio sbalordito e chiama a testimoniare Renzo Bailini. "Lei ha promesso di fornire le prove di quanto scrive, mi racconti." Avevo un po' di paura, racconta Bailini, perché mi ero accorto che se avessi detto qualcosa di non vero sarei finito in galera....Del Gaudio mi ammonì più volte "stia attento, sta facendo grossi nomi, è sicuro? Ha le prove?

Mario Berrino (già contitolare con i fratelli del celebre Caffè Roma di Alassio e noto pittore) - Ho affrontato il mio primo processo importante. Il sequestro del pittore Mario Berrino.
Due armadi di documenti. Penso di essermela cavata abbastanza bene, anche se la decisione è stata sofferta e coraggiosa.

Ho assolto gli imputati ed ho ritenuto che il sequestro non c'è mai stato. La Corte d'appello ha confermato l'assoluzione degli imputati, anche se non è stata d'accordo sulla simulazione del reato. La mia sentenza ha fatto scalpore. I giornali ne hanno parlato per giorni...Ho ricevuto anche questa lettera "Non è ancora ora di smetterla con questo martirio del buon Berrino? Vi faremo un culo come le ceste, merdoni, a voi e ai vostri familiari. Stronzi venduti dai comunisti. Il tubo di Ferro (Vincenzo Ferro, all'epoca giudice del tribunale di Savona), lo stronzo di Del Gaudio e gli altri corrotti. Vi faremo mangiare la Isidoro allo spiedo. Passerete in otto minuti il male che avete fatto a Berrino in otto anni. Bologna sarà niente in confronto. Bastardi, vigliacchi, venduti, porci, pederasti!>

Sarà una coincidenza, un caso, ma una lettera quasi simile, anzi col tempo diventeranno (tre), la riceve anche il giornalista Luciano Corrado che per Il Secolo XIX si occupò del "giallo Berrino".

Camillo Boccia (magistrato e già procuratore capo a Savona)-  Un signore distinto che ama frequentare i club ed i politici, censurato dal Consiglio superiore della Magistratura e trasferito d'ufficio...Il 14 novembre 1994 sono convocato a Milano per l'udienza preliminare per una querela di cui non sapevo nulla, sporta contro di me da Boccia....che chiese di archiviare il processo Teardo, di cui era amico e nella stessa loggia secondo il colonnello dei carabinieri  Nicolò Bozzo...

Aldo Capasso (poeta) - L'altra sera siamo stati ad Altare, ove hanno assegnato la cittadinanza onoraria al professor Aldo Capasso, poeta e letterato di livello internazionale che abbiamo avuto l'onore di conoscere insieme con la moglie Fiorette, poetessa della Guadalupa. Il professore ha più di settant'anni, Fiorette dieci-quindici di meno, ma sono innamorati. Lui la chiama "fata". Lei lo cura come un bambino e spesso vede per lui, ormai quasi cieco..

Paolo Caviglia (già parlamentare del Psi e presidente della Camera di Commercio, oggi vice sindaco di Savona) - Un attimo prima di finir dentro anche lui, proclama al Teatro Chiabrera: "I compagni arrestati  sono dei prigionieri politici". Poi ci accusa di far catturare polemiche.

Il prof. Giuliano Vassalli, avvocato insigne, il 23 dicembre 1985, ha scritto a Del Gaudio: "....Non posso nasconderLe che il caso Caviglia, arrestato, dopo qualche tempo dalla sua famigerata frase, per una imputazione generica poi caduta dopo molta lunga detenzione, mi continua a fare impressione....> 

Francantonio Granero (giudice) - Erano passate solo poche ore quando alcuni magistrati amici telefonarono a Granero...per avvisare che da Roma erano partite le prime bordate...Bettino Craxi in persona aveva tuonato contro i mandati di cattura, emessi a soli 12 giorni dalle elezioni politiche. "Sarà difficile ai magistrati spiegare le ragioni dell'urgenza...."  E ancora: "Con i giudici poi faremo i conti". Ed il sottosegretario socialista alla Giustizia aggiungeva "I clamorosi fatti di Savona  appaiono come un'azione connotata di politicismo di bottega, una strenna elettorale in cui sono invischiati certamente personaggi locali e forze nazionali. L'arresto di Teardo ed i suoi è una smaccata turbativa elettorale.."

Granero anche lui giovane, 43 anni non ancora compiuti, da 15 in magistratura, aspetto deciso e fiuto da buon inquisitore. Granero intuì che l'inchiesta era molto delicata...ritenne perciò opportuno non lasciare da solo il suo collega... voleva di mostrare  che l'indagine non veniva condotta dal magistrato Tizio o Caio, ma dall'Ufficio istruzione di Savona.

Antonio Petrella è stato sostituito da Francantonio Granero, anche lui onesto, un uomo tutto d'un pezzo, dedito ai fatti più che alle parole, anche se un po' spigoloso di carattere...lui un uomo di azione, io di riflessione.

Tra le intimidazioni politiche a seguito dell'inchiesta Teardo c'è quella che Granero  è di Comunione e Liberazione e gli arresti sarebbero avvenuti il giorno dopo un comizio di De Mita a Savona.

...Granero concede a pochi di abbreviargli confidenzialmente il nome al più consueto Franco. Viene considerato un duro, un uomo che gioca a carte coperte: lo sanno bene gli imputati e gli avvocati che si sono trovati  di fronte alle sue contestazioni puntuali, a volte sibilline, ma sempre mirate. E lo sanno anche i cronisti che su quell'inchiesta cercano notizie....

Del resto Granero la società savonese, la frequenta soltanto per lavoro. Vive a Borgio Verezzi con la moglie e due figli, un maschio e una femmina. E' quest'ultima, la figlia maggiore, la sola traccia "politica" di una famiglia che conduce una vita molto ritirata: la ragazza si era candidata in quel centro rivierasco nelle file della Democrazia Cristiana...Granero viene considerato comunemente un giudice non ideologizzato: quando da ambienti
socialisti si cercò di etichettarlo come appartenente a Comunione e Liberazione, smentì categoricamente. Nessun avallo alla teoria del complotto antisocialista sostenuto da Craxi dopo i primi arresti sta in piedi...

Dante Lanfranconi (vescovo) - Il vescovo di Savona, monsignor Lanfranconi, mi ha voluto conoscere. E' stato un pomeriggio da ricordare. Abbiamo suonato al citofono, hanno aperto, e alla sommità della bellissima scala di marmo del Vescovado c'era un sacerdote alto, giovane, imponente. Era lui il vescovo, vestito semplicemente, con giacca e pantaloni scuri e il collarino sacerdotale. Ci ha condotti in una bellissima sala. Ci siamo seduti ed abbiamo parlato per due ore. Un dialogo interessantissimo, che mi ha avvicinato ancora di più a Dio, quel Dio come forza del bene, in cui credo ormai da anni. Ci ha addirittura servito delle bibite fresche. Fresche come le nostre parole. Ah, se tutti i vescovi fossero come lui! L'ho sentito pastore e cittadino, pronto ad impegnarsi nel sociale; non solo a preparare la vita eterna, ma anche a rendere questa vita più umana. Sensibilissimo al tema della legalità...

Filippo Maffeo
(giudice) - Non so se ti ho parlato di Filippo Maffeo, un ragazzo preparato ed onesto, con cui spesso mi sono consigliato. Senza di lui il processo Teardo non si sarebbe mai fatto. Con grande umiltà si è sobbarcato tutto il carico di lavoro dell'ufficio ed in particolare la gestione dei detenuti, pur di consentirci di lavorare a tempo pieno sullo scandalo delle tangenti. Grazie Filippo.

Bruno Marengo (già sindaco di Savona ed attuale sindaco di Spotorno) -  Un caro amico di Savona, Bruno Marengo.  Ho passato con lui e con la moglie Ornella l'inizio dell'anno

Sono venuti a trovarmi a Torre ed abbiamo girato i posti più belli del mondo; da Sorrento a Capri, Positano, Amalfi, Ravello, gli scavi di Pompei, la villa Oplonti. E quanto ci siamo divertiti. Sono riuscito a far prendere a Bruno il pullman senza biglietto, a farlo infilare nell'aliscafo senza posti prenotati. Mi è ritornata la goliardia...Bruno si è divertito molto a vedere tante macchine con targhe settentrionali, guidate da napoletani veraci....Bruno mi è stato sempre vicino in questi ultimi anni, con i suoi consigli, la sua solidarietà, il suo affetto. E' il suo animo che mi piace tanto. Ogni volta che lo vedo o lo sento è un'iniezione di entusiasmo. Mi ha scritto ...nonostante le avversità, le difficoltà e le amarezze che hai incontrato come uomo e come magistrato. Hai reso evidente a tutti, con una denuncia lucida e coraggiosa, quell'intreccio di interessi illeciti tra mondo politico, mondo degli affari e massoneria, che ha portato alle gravi vicende che hanno scosso la Liguria agli inizi degli anni Ottanta.

Alessandro Natta (già segretario generale del Pci) - Questa estate ho conosciuto Alessandro Natta, l'ultimo segretario del Partito comunista italiano. E' un uomo di purezza disarmante. Ha un senso dello Stato e delle Istituzioni che secondo me gli uomini di governo non hanno. Ha una preparazione storica e letteraria imponente. Abbandonata la politica,  sta studiando dal punto di vista storico la figura di Menotti Serrati e da quello letterario Sibilla Aleramo. Ed è una miniera di fatti e circostanze della vita politica italiana. Ci ha raccontato di quando Berlinguer, durante il terrorismo, propose a Moro di far difendere l'Emilia Romagna dai militanti comunisti, più che dalle Forze dell'Ordine. "Li ci pensiamo noi, contro i criminali delle Brigate Rosse" disse al leader democristiano...Sempre Berlinguer un giorno gli passò un bigliettino, in cui proponeva Cossutta come ministro dell'Interno e lui ministro della Cultura.  Ci ha anche detto dello stupore suo e di Berlinguer quando, nel giugno 1983, lessero sul giornale che avevamo arrestato con Teardo  anche Franco Gregorio, segretario-maggiordomo di Pertini, allontanato nel 1981 dal Quirinale perché il suo nome comparve negli elenchi della P2. In realtà il presidente Pertini aveva affidato, prima dello scandalo massonico, proprio a Gregorio il compito di organizzare alcuni incontri riservati fra lui, Berlinguer e Natta.

Natta il 4 novembre 1991, mi ha scritto da Imperia. Caro Del Gaudio....io ho solo cercato nella mia attività politica di fare il mio dovere, cominciando dalla coerenza... tra le idee professate e il comportamento. Credo che questa regola, tra le più ardue da seguire,  sia la base essenziale dall'agire correttamente e anche dello stare in pace con  la propria coscienza.  Naturalmente nemmeno questo codice di moralità politica (ma anche personale e civile) può mettermi al riparo dagli abbagli, dagli errori, dai mancamenti. E di sbagli io riconosco di averne fatti molti. Ma ciò che non mi è piaciuto e non mi piace, per ciò che riguarda tanti della mia parte, è il passaggio dalla presunzione di essere sempre nella verità (per provvidenzialità storica) all'umiliante autoflagellazione per avere sbagliato sempre...Sono stato recentemente a Genova, come relatore, assieme a Bobbio, Taviani, in un convegno su Ferruccio Parri. Mi auguro di incontrarla nuovamente, con la sua signora, la prossima estate al Melogno...
Un'altra lettera di Natta del 7 giugno 1992. Caro Del Gaudio... poi sono venute le amarezze di Milano. Ancora una volta non una sorpresa, perché era ben chiaro che i Teardo non erano solo a Savona, e che in un mare tanto inquinato si guastano i pesci sani, tanto più se l'essere "diversi" e cioè corretti e seri, viene considerato un errore e una colpa. Ho letto ieri la sua intervista sulla Stampa, Sono d'accordo.  Non bisogna mollare, non transigere, essere coerenti con le proprie idee....

Luigi Pennone (poeta) - Abbiamo conosciuto un poeta futurista, Luigi Pennone, che è un grande declamatore di poesie; ha una memoria di ferro. Spesso organizziamo delle serate poetiche nella nostra casetta di Albisola. Pennone recita versi e noi e altri amici ascoltiamo attenti. E' un vero arricchimento. Ogni serata è dedicata a un poeta.

Antonio Petrella
(giudice) -  Del Gaudio affiancò per un brevissimo periodo il suo superiore di allora, Antonio Petrella, finito sotto procedimento disciplinare, voluto dal ministero della Giustizia e assolto dal Consiglio superiore della Magistratura. Petrella era stato in precedenza un po' cattivo con il procuratore Boccia. Nella sua ordinanza di rinvio a giudizio sulle Bombe di Savona (ne scoppiarono 11 tra il 1974 e '75), Petrella accusò di inerzia la Procura della Repubblica, i servizi segreti, la polizia. Sandro Pertini lo venne a sapere e chiese di incontrarlo. Pertini, di quel che accade a Savona e dintorni, ha sempre voluto sapere tutto.

Per fortuna il dirigente è Tonino Petrella, un collega onesto, preparato, democratico nella gestione dell'ufficio, simpaticissimo; un vero maestro e fratello maggiore.

E' sempre pronto a consigliarmi e a sostenermi nei momenti di sconforto. Mi responsabilizza poco alla volta.

Quando arrivò l'esposto di Bailini, ragionando con Petrella mi mise in guardia dai rischi...quella poteva essere una calunnia se non provata, anche se aggiunse che Teardo era un uomo politico molto chiacchierato, un rampante, potente e senza scrupoli. Ti potresti scottare, mi dice, ma io non ti lascio solo, ti affianco nelle indagini, anche se le decisioni le dovrai prendere tu, magari con il mio consiglio, se vuoi>. Che capo ufficio! Mi sembra più un amico che un capo. E' una persona veramente perbene...In quei giorni di avvio dell'indagine succedono cose strane...ci sono difficile indigini bancarie...l'unico punto di riferimento sicuro è Tonino Petrella. ...più vado avanti e più mi rendo conto che Bailini qualcosa di vero lo aveva detto...alcuni testi, in particolare De Dominicis e Locci sono minacciosi, vorrebbero quasi imporre le regole del gioco....sono costretto ad arrestarli per qualche ora, poi li libero...Sono tutti del Psi danno milioni in contanti e li rianno in contanti.

Tonino Petrella era già al tribunale civile e mi telefona "Michele, guarda che ho ricevuto una telefonata minatoria. Una voce maschile mi ha detto che, se Teardo viene arrestato prima delle elezioni, tu e i miei figli farete una brutta fine. Sono preoccupato. Ma agisci con giustizia>.

Maurizio Picozzi - Guido Gatti - Emilio Gatti - Alberto Landolfi  (giudici) -Non solo il Consiglio giudiziario di Genova e il Consiglio Superiore della Magistratura hanno respinto la mia impugnazione per l'assegnazione al civile, ma ho scoperto che quasi certamente la motivazione ufficiale del rigetto è una dichiarazione rilasciata al presidente Guido Gatti dai giudici istruttori  Picozzi ed Emilio Gatti, i quali hanno sostenuto che non era necessario un terzo giudice all'Ufficio istruzione, perché loro da soli ce la facevano benissimo. Ma come! Non ho mai visto dei giudici che rifiutano un altro giudice, dicendo che il lavoro è poco e non c'è bisogno di coprire gli organici.

E poi Alberto Landolfi, sostituto, mi aveva detto proprio in quel periodo che Picozzi aveva scritto una lettera al Procuratore della Repubblica Russo per invitarlo a trasmettere all'Ufficio istruzione il minor numero di fascicoli possibili, perché lui e Gatti erano sommersi dal lavoro. La cosa non mi quadra. Penso che dovranno rispondere alle autorità competenti di questa loro presa di posizione. Appena starò meglio metterò nero su bianco.
Il Secolo XIX è stato l'unico giornale  che ha attaccato duramente Guido Gatti, con articoli di Luciano Corrado, per le sue implicazioni nel processo Teardo... 
Se Guido Gatti agisce per ripicca, non lo so, come non so se sia ricattato da Capello, come sostiene il giornalista Luciano Corrado del Secolo XIX, che me lo dava per certo già nella primavera del 1985...o se invece sia inserito in un certo tipo di logica massonica, come afferma Grandis...

Carlo Trivelloni  (avvocato e consigliere comunale)- Trivelloni, una delle poche figure di galantuomo, che sta venendo fuori dall'inchiesta. Ha avuto il coraggio di accusare  pubblicamente e giudiziariamente Teardo, ha citato nomi e fatti. Ha stigmatizzato i rapporti amichevoli tra il procuratore della Repubblica Boccia e il Presidente della Regione Teardo, ora in manette. Ho saputo che qualcuno lo  chiama "il terzo giudice istruttore". Ciò non è vero....è un'inchiesta con continue minacce ed intimidazioni come quella che avrei comprato un attico...con soldi....grazie al Pci....secondo la denuncia di un massone....

Franco Varaldo (senatore della Repubblica) - Franco Varaldo, oggi deceduto, era un esponente del mondo cattolico più impegnato, vicino alle posizioni di possibile collaborazione e apertura politica dettate da Aldo Moro, antimassone, fortemente critico, come testimoniano i suoi scritti raccolti in un libro e sul settimanale diocesano Il Letimbro, contro ogni trasformazione della politica in politica  degli affari, della speculazione, del trasformismo, in qualsiasi partito siano annidati, Dc compresa. Varaldo, nella stagione delle bombe, venne colpito per primo.

Forse l'attentato a Varaldo, in quel 1974, aveva il significato di avvertire, colpire, intimidire chi ieri come oggi tenta la strada del cambiamento e della pulizia morale. Terrorismo. Mafia, poteri occulti: ieri come oggi la santa alleanza funzionava e funziona. ..Varaldo era un cattolico pulito, serio....A Savona, non a caso, ci fu un convegno contro la politica di solidarietà nazionale. Varaldo, rispetto all'entourage Dc dominante era un isolato.  Savona non a caso rivelò le commistioni malaffare, politica, P2,  logge coperte col caso Teardo. Anche li lasciato addormentare e finire dopo la partenza dei giudici Granero e Del Gaudio.

Carlo Zanelli (sindaco) -  Non a caso O.P. di Pecorelli attaccò Pertini e Savona, l'allora sindaco socialista Carlo Zanelli "reo" di avere preso posizioni sulla vicenda degli attentati sulla scia di Pertini. Zanelli fu uno dei socialisti ad esporsi maggiormente. Lo stroncarono dicendo che voleva strumentalizzare i fatti in chiave di candidatura politica al Senato e alla Camera, posti in seguito occupati da elementi legati al gruppo dominante del Psi savonese di Alberto Teardo.

Del Gaudio, invece, ha "dimenticato" anche gli attacchi di O.P. di Pecorelli al Secolo XIX per le cronache giudiziarie di quel periodo, ovvero legate al lavoro svolto dal dottor Antonio Petrella, ad una sua intervista, alle sue conclusioni.

Marcello Zinola (giornalista) - Ti allego, cara Lu, l'intervista che ho concesso a Marcello Zinola del Secolo XIX. In confidenza ti dico, che il vero principale motivo, che ha portato me a Genova e Francantonio a Roma, è l'impossibilità di far fronte ad un carico di lavoro enorme, che ci impediva di curare l'istruttoria della Teardo Bis. Con Guido Gatti che ci richiamava continuamente a sbrigare i procedimenti contro ignoti. "se ne sono accumulati troppi e la gente attende>. Si preoccupava degli ignoti più che degli stralci delle tangenti.

Ha scritto Zinola: Del Gaudio lascia Savona dopo aver condotto altre inchieste (sequestro Berrino, Acna, stralcio del sequestro Domini Geloso) importanti. .....A Savona, dice Del Gaudio, ho dedicato cinque anni del mio lavoro e della mia vita.

Senza retorica e senza falsa modestia debbo dire che mi spiace lasciare la città come luogo di lavoro. Ho imparato ad amare e conoscere i savonesi, soprattutto la gente comune, onesta, oriosa...Lasciare un'inchiesta con 58 imputati (la Teardo Bis) non è un po' come lasciare la spugna e dare ragione a chi sostiene che, inquisito Teardo e decapitato il Psi, tutto si sarebbe fermato?

....Del Gaudio spiega che l'Ufficio Istruzione del tribunale  ha assunto un carico di lavoro ordinario  davvero esorbitante, sproporzionato rispetto alle forze dei magistrati e collaboratori....A ciò si aggiunga che un solo fascicolo della Teardo bis ha superato 200 mila pagine. In tale situazione i giudici istruttori si sono ridotti da tre a due....

Zinola chiede a Del Gaudio e osserva che una sola forza politica, la Sinistra indipendente, ha preso posizione sull'autotrasferimento suo e del dottor Granero. Solo i giornali hanno dato voce alla vostra decisione. Anche l'Associazione magistrati non è intervenuta....

Del Gaudio risponde, tra l'altro.....Penso che Savona abbia perso con il collega Granero, per giudizio diffuso anche extra savonese, uno dei migliori giudici a livello nazionale, perché ha saputo coniugare  con grande professionalità l'attività istruttoria con l'informatica...

Ancora Zinola.... Da qualche anno a questa parte (scandalo Friuli con il giudice Acquarone, le bombe di Savona con i giudici Frisani prima e Petrella poi) tutte le inchieste scomode su Savona si scontrano con la convergenza di interessi contraria alla loro realizzazione. Ma che succede a Savona? Del Gaudio risponde: E' un quesito dirompente....

Zinola: il palazzo di giustizia che lascia e il suo contenuto, cioè la giustizia, in che condizioni si trova?

Del Gaudio: <La situazione degli uffici giudiziari è precaria per carenza di mezzi, strutture, magistrati e personale ausiliario. Ci sono ritardi nell'adozione di provvedimenti, con conseguenti disagi per i cittadini.

Zinola chiede: tornerebbe a Savona?....

Del Gaudio: Intanto comincio a sentire una certa emarginazione tra i colleghi. Vincenzo Ferro mi attacca pubblicamente in assemblea, accusandomi di protagonismo per l'intervista concessa a Zinola.....Altro che protagonismo. Solo Giovanni Zerilli mi è vicino con le sue parole di conforto e di incoraggiamento. E una cartolina di Franco Becchino con la scritta: <Questa veduta autunnale è venata di malinconia, come la tua partenza dal nostro tribunale di Savona>.

Mario Sossi - 
Ieri mattina verso le 10 mi arriva una telefonata del presidente del tribunale Guido Gatti per preannunciare una telefonata del procuratore generale di Genova....Non ho nemmeno il tempo di riflettere che squilla il telefono: "Sono Mario Sossi, ti telefono a nome del procuratore generale Boselli, come va il processo Teardo? Sai è candidato al parlamento e le elezioni sono a giugno, sarebbe opportuno concludere l'inchiesta in modo da consentire a Teardo di parteciparvi....". Rimango sbigottito...Granero decide di affiancarmi, il presidente Gatti torna alla carica:

"Ma quel Capello che impressione ti ha fatto? A me tutti dicono che è una brava persona".

Alberto Teardo - Teardo l'ho conosciuto l'altro giorno. Non l'ho convocato a palazzo di giustizia attraverso la polizia giudiziaria come gli altri imputati. Gli ho telefonato ed abbiamo concordato un appuntamento. Poi dicono che li voglio perseguitare! Nell'interrogatorio di Teardo mi hanno colpito due cose: tremava come una foglia, ma rispondeva alle domande con intelligenza e sicurezza. Era emozionato. Ma in pochi secondi inventava balle, che altri avrebbero partorito in due o tre ore di riflessione: ed ad un primo superficiale esame apparivano anche credibili...Anche lui è stato cortese. L'unico agitato era il suo difensore, l'avvocato Romanelli.

I COLLABORATORI - L'inchiesta, l'indagine... se non ci fosse stata a Savona la combinata presenza di tante persone perbene.... Il colonnello dei carabinieri Bozzo, il generale della Guardia di Finanza, Biscaglia, il questore Sgarra. E poi la base: Travisi, Troisi, Pasquinelli, Previ, Mandati, Chiazzo, Piedalumpo, Moretti, Rimicci, Lombardelli, Corrado, Reina...Ma anche Alfonsina, Filomena, Clara, Armanda.

I DIFENSORI -..-. Quello che più mi ha impressionato è Vittorio Chiusano, abbiamo passato insieme oltre 40 ore di interrogatorio a Teardo. L'ultimo è durato due giorni consecutivi, con l'intervallo per la notte. Il maresciallo Travisi, per l'emozione, non è riuscito a prendere sonno la notte prima. ..Chiusano un avvocato corretto e preparato. ..seguiva soprattutto l'accusa di associazione mafiosa...sui singoli reati, con tante prove raccolte, non interveniva...

Poi Marcello Gallo, Failla, Guastavino, Signorile, Di Maggio. Quello che mi ha profondamente deluso è l'avvocato Calabria.  Ad ogni arresto si presentava lui come difensore, già prima che l'imputato lo nominasse. ...arrivò al punto di passare a Capello un foglietto con annotazioni ed il nome di un legale....un'altra volta mentre Capello sta confessando la contabilità segreta del clan, scoperta in un fienile a Spotorno, l'avvocato Calabria esclama "signor giudice ma non vede che Capello si sente male, sta male....da quel giorno Capello non ha più voluto rispondere alle domande dei giudici.

Luciano Corrado


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